Le centrali a biomassa di taglia maggiore di 20MW non sono da autorizzare?

La notizia che la centrale elettrica alimentata a biomasse di Bando d'Argenta (Ferrara) avente una potenza di 22-24MW di potenza, è stata posta sotto sequestro dal Nucleo Operativo Ecologico (Noe) dei carabinieri di Bologna, sembra riaprire la questione della sostenibilità di tali sistemi energetici.

Sono state rilevate macroscopiche irregolarità nelle emissioni. E’ subito scattata la notifica al legale rappresentante della società che gestisce dell'impianto e ai due direttori tecnici delegati che sono succeduti nella gestione della centrale, per <<falsificazione di registri e notificazioni e per violazione di normative ambientali>>.

Da una prima analisi con i vertici dell'azienda di Bando d'Argenta si è scoperto che si stavano usavando materie prime non solo vergini ma anche trattate e contaminante. L’operazione è nata dalle denuce di ex operai dell´azienda che avevano rilevato un cambiamento nel colore dei fumi emessi dalla centrale, miasmi e ricadutedi anomale di residui di combustione sui panni di bucato stesi nelle vicinanze.

I valori di emissione in atmosfera, rilevati in uscita dei camini con la strumentazione in dotazione all’impianto, sono risultati oltre i limiti previsti dalle norme. Un approfondimento dei dati precedenti ha messo in luce una modifica, da parte dei conduttori dell’impianto, via software (è un vizio diffuso, sembra) a introdurre dei fattori correttivi adeguati per rendere i dati accettabili. Le registrazioni si sono dimostrate così palesemente falsificate.

Il fatto è stato preso come un'evidente dimostrazione della impossibilità di utilizzare biomasse vergini per la combustione in centrali di taglia di 20-40MW. Si dimentica però che questi fatti non succedono in Trentino, Austria e altri paesi europei. Le stesse persone però non hanno evidenziato con la stessa vivacità i comportamenti eticamente scorretti da parte di chi doveva controllare l’origine delle biomasse. Sembra che l'unico criterio utilizzato per l'accettazione fosse il minor prezzo di acquisto.

Centrali di questa dimensione vanno ideate, progettate, gestite all’interno di una filiera bio-energetica. Chi fissa le norme per le autorizzazioni delle centrali di biomassa dovrebbe prevedere degli adeguamenti organizzativi, logistici, qualificazione del personale, proprio per evitare situazioni che sfociano poi in comportamenti scorretti.

La centrale del valore di undici milioni di euro, nel frattempo, sta continuando ad operare al minimo regime consentito, in attesa di decisioni da parte dell'autorità giudiziaria.  Una cosa è adesso è certa: stanno utilizzando biomassa vergine e hanno tolto i fattori correttivi nel SW di registrazione delle emissioni.

Sorgenti:

http://www.lanuovaecologia.it/energia/politiche/6705.php

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=4886

http://www.sestopotere.com/index.ihtml?step=2&rifcat=190&Rid=101655